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Pulizia dentale professionale, cos’è, quando farla e quanto costa.

Solo con una pulizia dentale professionale si possono  rimuovere le ostinate incrostazioni di placca e tartaro perché indipendentemente da quanto bene ti lavi i denti, ci saranno sempre zone difficili da raggiungere e da tenere pulite.

La pulizia dentale, o detartrasi, o ablazione del tartaro eseguita dal dentista o dall’igienista dentale ha l’obiettivo di rimuovere la placca e il tartaro accumulato sui tessuti orali.

Così come la visita di controllo, anche la pulizia dentale professionale dovrebbe essere un appuntamento fisso con il proprio dentista, da rispettare una o due volte l’anno in base alla necessità di ogni pazienti

L’ablazione del tartaro è infatti un trattamento fondamentale per mantenere costantemente in salute tutto il cavo orale.

La pulizia dentale è un intervento semplice, eseguito in un’ora circa, non provoca particolari fastidi ma assicura molteplici benefici.

Sono molti i vantaggi di una pulizia dentale professionale:
  • Rimuove completamente placca e tartaro non sulla superficie dei denti, ma pulisce in profondità spingendosi anche negli spazi interdentali e nella zona sub-gengivale
  • Previene la formazione di carie, parodontite, gengiviti e pulpiti
  • Rende i denti lucidi
  • Sbianca i denti gialli
  • Contrasta l’infiammazione gengivale
  • Riduce l’ipersensibilità dentinale
  • Rinforza ed irrobustisce i denti
  • Previene la formazione di gengive ritirate
  • Previene la perdita prematura dei denti
  • E’ un rimedio efficace contro l’alitosi
La pulizia dentale viene eseguita in più passaggi:
  • Rimozione di tartaro e placca accumulati sulla superficie dei denti, negli spazi interdentali e sotto la gengiva.
  • Perfezionamento della pulizia dentale con l’uso di strumenti in acciaio dotati di punte affilate
  • Rimozione delle macchie dai denti mediante applicazione di una particolare pasta abrasiva ad azione smacchiante
  • Lucidatura dei denti
  • Applicazione di mascherine contenenti fluoro per rinforzare e rimineralizzare lo smalto dentale, prevenirne l’erosione e rendere i denti più resistenti all’attacco di batteri
  • Su richiesta avviene l’applicazione di una speciale pasta per prevenire o minimizzare l’ipersensibilità dentinale nei pazienti predisposti
  • Dopo la pulizia dentale, il paziente sciacqua abbondantemente la bocca con dell’acqua per rimuovere eventuali residui di paste dentarie applicate dall’igienista. Si consiglia di attendere almeno un’ora prima di assumere cibo o bevande zuccherate.
Frequenza

I dentisti suggeriscono di eseguire la detartrasi ogni 6 mesi o, al massimo, una volta all’anno. Una pulizia dentale più frequente ad esempio ogni 3 mesi è invece consigliata per i pazienti affetti da malattie orali, soprattutto piorrea, gengiviti, denti storti e malocclusione dentale.

La pulizia dentale non è particolarmente dolorosa e generalmente viene eseguita senza anestesia. Alcune persone però richiedono l’anestesia perché accusano un’estrema sensibilità dentinale.  Ad ogni modo, nella maggior parte dei casi, la pulizia dentale professionale, eseguita su denti sani, viene sopportata abbastanza bene dal paziente.

Nelle ore immediatamente successive alla pulizia dentale non è raro che i pazienti lamentino un fastidio più o meno rilevante durante e.

In generale, il fastidio o il bruciore percepito è proporzionale al deposito di tartaro e placca sui denti. Per ridurre il fastidio successivo è sconsigliato lasciar passare più di 12 mesi fra una pulizia e l’altra.

Prezzo

La pulizia dentale non è un trattamento costoso, il prezzo è sempre a discrezione del dentista ma possiamo dire che varia dai 50 ai 100 €. Noi di Al.Dent consideriamo la pulizia dentale fondamentale e applichiamo quindi il prezzo più contenuto.

Al.Dent – Ambulatorio Odontoiatrico
DIR.SAN. Dott. Gaetano Gallo
telefono 0536 940061 – 370 3685732
WhatsApp 370 3685732
mail al.dent@libero.it

 

 

 

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Carie, cos’è, tipi, conseguenze, prevenzione e cura

Cos’è

La carie è un’infezione dentale a decorso lento, causata dall’attacco di alcuni microrganismi che popolano il cavo orale.

Dal latino caries che significa corrosione, putrefazione, è una delle malattie degenerative più diffuse e comuni in ambito odontoiatrico.

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Colpisce almeno una volta nella vita circa il 90% della popolazione mondiale, danneggia i tessuti duri del dente ovvero lo smalto e la dentina.

In genere si sviluppa tra gli spazi interdentali che sono più difficili da raggiungere con lo spazzolino e dove è più facile si depositi il cibo.

I batteri presenti nel cavo orale si depositano nella placca e nel tartaro dell’arcata dentaria.

I denti che vengono maggiormente colpiti sono in genere i molari, i premolari e gli incisivi superiori.

Tra i fattori più noti che possono predisporre lo sviluppo della carie troviamo:

  • L’età infantile o puberale
  • Il sesso femminile
  • La razza bianca
  • Clima umido
  • Gravidanza
  • Scarsa igiene orale

Ci sono poi altri due fattori importanti che possono contribuire all’insorgenza della carie:

  • L’alimentazione, con un alto consumo di alimenti zuccherini come caramelle dolci bevande zuccherate e simili
  • Il tabacco che oltre a rendere i denti gialli favorisce il proliferare della carie. Alcuni tipi di tabacco Infatti contengono una massiccia quantità di zuccheri.
Tipi

L’evolversi del processo carioso si distingue in due fasi ben distinte:

Prima fase detta carie superficiale. La carie intacca lo smalto demineralizzandolo. La carie inizia al di sotto della placca batterica. Si presenta di colore bianco gesso, spesso marroncina. Se in questa fase viene trascurata si arriva alla seconda fase.

Seconda fase detta carie penetrante. I prodotti acidi derivanti dalla fermentazione degli zuccheri riescono a perforare lo smalto e arrivano alla dentina. Superata la dentina la carie arriva alla polpa.

Si possono classificare 5 tipologie di carie a seconda della gravità

Iniziale, la carie danneggia lo smalto e c’è una macchia. Invade la parte iniziale della dentina

Profonda, la carie penetrata nella maggior parte del corpo dentinale e ha creato una cavità

Penetrante, la carie inizia a provocare una reazione da parte dell’organo pulpo dentinale

Perforante, la carie provoca un esposizione pulpare e dolore alla bocca.

La carie colpisce i denti in modi diversi:

  •  interdentale che si forma fra un dente e l’altro
  • radicolare chiamata anche del cemento molto aggressiva si sviluppa sotto la gengiva e arriva ad attaccare la radice
  • del colletto e relativa alla parte superiore del dente fra gengiva e radice
  • centrale si sviluppa dalla parte centrale del dente verso l’esterno
  • superficiale o della corona la corona e la parte esterna del dente quindi quella più facilmente attaccata dai batteri.
Conseguenze

Nei primi stadi la carie è asintomatica, quando poi i batteri si spingono in profondità il processo carioso dà origine a disturbi come il mal di denti, l’alitosi e l’ipersensibilità dentinale.

Una carie non curata può andare incontro a delle complicanze quali pulpite, ascesso dentale, cisti dentarie, granuloma dentale, gengiviti e piorrea.

Se non è curata in modo tempestivo può costringere il dentista alla devitalizzazione del dente, in alcuni casi poi può formarsi l’ascesso dentario. Nella fase cronica dell’ascesso si possono creare dei granulomi e delle cisti. Quando ha distrutto molta parte del dente e soprattutto ha intaccato la radice l’unica soluzione è l’estrazione.

Prevenzione

La prevenzione della carie prevede una regolare igiene del cavo orale più volte al giorno dei periodici controlli dal dentista, una pulizia professionale ogni 6-12 mesi e la sigillazione dei denti molari appena i denti da latte cadono per lasciare spazio a quelli permanenti.

Alcuni consigli in breve:

  • Spazzolare i denti dopo ogni pasto usare il collutorio e anche il filo interdentale
  • Effettuare periodiche visite dal dentista
  • In caso di cariorecettività impiegare sigillanti dentali che sono pellicole protettive che vengono applicate sulla superficie masticatoria dei denti posteriori.
  • Evitare cibi che rimangono facilmente bloccati nei solchi dentali come le caramelle o i biscotti.
  • Evitare il consumo di cibi e bevande zuccherate.
Cura

Per la rimozione delle carie si usano, dopo l’anestesia locale, gli strumenti rotanti come il trapano. La cavità ottenuta viene accuratamente disinfettata e pulita da tessuto infetto. La fase successiva prevede il riempimento della cavità con il materiale da otturazione.

La cura della carie dipende sempre dalla gravità della lesione :

  • Nel caso di carie iniziali possiamo prendere in considerazione un trattamento al fluoro.
  • Quando decadimento è andato oltre le intaccamento dello smalto Ma non ha ancora interessato la polpa dentaria si può pensare Madonna all’otturazione
  • Se il dente è molto indebolito Può essere utilizzata una corona che è un rivestimento fatto su misura.
  • Quando raggiunge la polpa e il danno è solitamente grave È necessaria la devitalizzazione del dente.
  • Quando è grave alcuni denti si rovinano a tal punto che se ne rende necessaria la rimozione.

 

Come ripetiamo sempre la prevenzione è la strada migliore per evitare carie e altri danni ai denti.

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Ipersensibilità dentinale, cos’è, cause e rimedi.

Cos’è

L’ipersensibilità dentinale è un dolore intermittente acuto e di breve durata.

male ai denti

Il dolore si presenta davanti a stimoli termici, caldo o freddo, stimoli tattili, osmotici o chimici.

L’ipersensibilità dentinale non è una condizione rara, in modalità più o meno acute colpisce più di 1 persona su 10. Di solito l’ipersensibilità dentinale colpisce giovani adulti tra i 20 e i 40 anni di età soprattutto di sesso femminile.

Questa condizione può influire sulla quotidianità dei pazienti e sulla qualità della loro vita. Può infatti dare difficoltà a parlare, mangiare, bere o spazzolare i denti.

I canini e i primi premolari sono i denti di solito più coinvolti a causa della loro posizione.

Stabilire una terapia efficace è come al solito fondamentale un’accurata diagnosi.

Prima di fare una diagnosi di ipersensibilità dentinale è fondamentale escludere patologie che possono manifestarsi con dei sintomi simili. Le condizioni o le patologie alle quali mi riferisco sono le carie dentali, le infiammazioni gengivali, pulpiti, restauri fratturati, sindrome del dente incrinato, denti scheggiati o rotti.

E’ molto importante per fare una buona diagnosi raccogliere informazioni, sapere quando sono iniziati i sintomi, quanto è intenso il dolore e la presenza di fattori che riducono o aumentano i sintomi stessi.

Cause

L’ipersensibilità dentinale si manifesta a causa dell’esposizione della dentina. La dentina è la struttura portante del dente ed è attraversata da tubuli che contengono fibre nervose, per questo è sensibile.

Le cause che possono esporre la dentina sono:

  • Uno spazzolamento errato, applicato cioè con troppa forza o con la tecnica sbagliata.
  • Impiego di spazzolini di cattiva qualità o dentifrici troppo abrasivi.
  • Erosioni causate dal consumo smodato di cibi e alimenti acidi.
  • Il ph acido contenuto nel vomito di persone affette da disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia.
  • Reflusso gastroesofageo.
  • Bruxismo.
Rimedi

Nel caso in cui si soffre di ipersensibilità dentinale è importante è fondamentale rivolgersi al proprio dentista.

Insieme al vostro professionista di fiducia potrete individuare la causa scatenante e capire così come risolvere il problema.

Le terapie disponibili sono molte e vanno scelte in base alla gravità riscontrata.

La maggior parte delle volte sono sufficienti adeguate cure domiciliari . Con cure domiciliari intendo l’uso di collutori o dentifrici specifici per i denti sensibili, l’adozione di un metodo di spazzolamento adeguato e non ultimo una corretta alimentazione, priva di alimenti particolarmente acidi.

Molte volte però le cure domiciliari non bastano quindi è necessario effettuare regolari pulizie professionali o utilizzare un bite per evitare il digrignamento diurno e notturno.

Fra le cure professionali possiamo trovare anche la sigillatura dei tubuli dentinali.

Come ripetiamo sempre però la migliore arma per evitare l’insorgenza della ipersensibilità dentinale è la prevenzione.

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I cibi anticariogeni. Alimenti che fanno bene a denti e gengive.

Oggi voglio parlarvi dei cibi anticariogeni.
Vi ho già parlato più volte di come sia importante una giusta prevenzione per la salute dei vostri denti e di come sia indispensabile una giusta alimentazione.

Ricordandovi sempre che una pulizia quotidiana accurata casalinga e le sedute di igiene presso un dentista almeno una volta l’anno siano indispensabili, oggi voglio parlarvi più approfonditamente dei cibi anticariogeni .

cibi anticariogeni

 

I cibi possono essere distinti in
  • Cariogeni cioè sono dannosi per il dente e aumentano il rischio di carie.
  • Cariostatici che hanno un’azione neutra In pratica non hanno effetto diretto sulle carie.
  • Anticariogeni che contrastano la formazione della carie.
Tra gli alimenti anticariogeni rientrano tutti quei cibi che:
  • richiedono una masticazione robusta durante la quale puliscono denti e gengive
  • contengono minerali preziosi per la salute dello smalto
  • favoriscono la crescita di batteri benefici nel cavo orale
  • non sono appiccicosi cioè che non si attaccano ai denti e al bordo gengivale
  • non sono acidi
  • hanno un contenuto di zuccheri nullo o molto basso.
  • sono ricchi di fluoro. Il fluoro è Infatti essenziale per la mineralizzazione dello smalto dei denti
  • sono ricchi di calcio. Il calcio è l’ elemento di cui sono principalmente formati i nostri denti e le nostre ossa
  • sono ricchi di vitamina C. La vitamina C è importantissima per il rafforzamento del sistema immunitario ed è molto utile per rinforzare e proteggere le gengive
  • Anche la vitamina A influisce soprattutto sulla salute delle gengive
  • hanno proprietà antibatteriche.
Chewing gum senza zucchero

Anche i chewing gum senza zucchero possono essere considerati alimenti anticariogeni. Lo xilitolo infatti, ormai sempre presente in questi chewing gum, ha un potere rinfrescante e dolcificante e non viene attaccato dai batteri della placca. Inoltre lo xilitolo esercita una blanda attività antibatterica.

La masticazione del chewing gum poi stimola la produzione di saliva che favorisce la pulizia dei denti. Ovviamente i chewing gum non possono e non devono sostituire una corretta igiene orale con spazzolino dentifricio e filo interdentale.

Gli alimenti anticariogeni andrebbero consumati alla fine del pasto o come spuntini.

Ora vediamo quali sono i cibi anticariogeni che dovreste mettere sulle vostre tavole:

Mele. Le mele fanno bene ai denti perché contengono acqua e fibre. Gli zuccheri naturali delle mele aiutano a stimolare la produzione di saliva e questo aiuta a eliminare i rifiuti di cibo tra i denti e mantiene la bocca più pulita.

Carote. Le carote, come altri ortaggi croccanti come sedano e cetrioli, preservano la salute dei denti soprattutto se consumate crude. Come le mele sono ricche di acqua e aiutano la produzione di saliva. Il fatto che siano croccanti contribuisce alla pulizia degli spazi interdentali e elimina i batteri dalla bocca.

Latte e i suoi derivati. Il latte e latticini rinforzano le ossa e i denti grazie al calcio che contengono.

Noci mandorle e nocciole sono una fonte preziosa di calcio. Le mandorle in particolare sono tra i migliori cibi per preservare la salute dei denti, sono infatti ricche di calcio, fosforo, potassio, magnesio e zinco e aiutano la riminerizzazione dei denti e a proteggere lo smalto.

Mirtilli rossi e altri frutti di bosco. I mirtilli, l’uva spina e gli altri frutti di bosco contengono principi attivi che ostacolano l’azione dei batteri nocivi. Contengono ferro e magnesio, entrambi elementi molto importanti per preservare la salute delle gengive.

Acqua e tisane senza zucchero. L’acqua e le bevande che non contengono zucchero o alcool, come ad esempio il tè verde, rimuovono i residui e contrastano l’acidità.

Cipolle. Anche se non mantengono l’alito fresco svolgono una potente azione antibatterica e antimicrobica. Sono una prevenzione naturale dalla carie e dei problemi gengivali.

Funghi shiitake. I funghi shiitake sono un alimento molto prezioso per la salute in generale quindi anche della bocca. Contengono Infatti uno zucchero naturale chiamato lentinano ritenuto molto utile per prevenire la gengivite provocata dai batteri e dalla carie.

Kiwi. I kiwi sono tra i frutti a maggior concentrazione di vitamina C molto meno acidi degli agrumi come le arance e limoni.

Sesamo. Come la frutta secca anche i semi oleosi sono ricchi di calcio in particolar modo il sesamo, ma anche i semi di girasole, i semi di zucca e molti altri semi.

Fragole. Le fragole sono ricche di vitamina C, sono molto utili a denti e gengive per le loro proprietà astringenti e aiutano anche eliminare macchie dentali.

Uvetta. L’uvetta è ricca di zucchero del tutto naturale e contiene sostanze in grado di aggredire i batteri che provocano la carie.

Liquirizia . La radice di liquirizia naturale aiuta a prevenire la carie.

Questa era la lista degli alimenti che fanno bene ai denti cioè gli alimenti anticariogeni ma ricordo però che il modo più sicuro per prendersi cura del proprio sorriso è sottoporsi a controlli periodici presso il vostro dentista di fiducia e programmare almeno una volta l’anno una seduta di igiene professionale. L’igienista o il dentista sono in grado di eliminare la placca e pulire i nostri denti in profondità.

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Le macchie sui denti. Tipi, cause, prevenzione, rimedi naturali e rimedi professionali.

Le macchie sui denti causano molti disagi e ci impediscono di sorridere sereni. Ci sono diversi tipi di macchie, possono essere sugli strati superficiali dello smalto o accumularsi più in profondità, sino alla dentina. Andiamo ad analizzare le diverse cause e i possibili rimedi.

Tipi di macchie e cause
Macchie nere

Sono spesso causate carie in fase avanzata causate da un’igiene orale scorretta o consumo di troppo dolci come torte, cioccolatini, caramelle, miele, zucchero ecc. ecc.. A volte però non ci sono carie ma semplici macchie causate dalla placca divenuta tartaro o dal consumo abituale di sostanze troppo acide come spremute di agrumi, o dall’assunzione di vino rosso, caffè, tè o bevande gassate. Un’altra causa meno comune delle macchie nere sui denti è l’abuso di stupefacenti, in particolare di metamfetamine. Causa molto comune è il fumo. .Le macchie grigio scuro ben evidenti può essere dovuta alla particolare composizione chimica delle amalgame usate fino a qualche anno fa per i restauri dentali.

Macchie grigio-azzurre

Le macchie grigio-azzurre sui denti sono dovute all’assunzione di particolari antibiotici nel periodo fetale (attraverso la madre). Nell’adulto la discromia da antibiotici può derivare dall’utilizzo prolungato di minociclina che viene impiegata nel trattamento dell’acne e dell’artrite reumatoide.

Macchie marroni

Le macchie marroni sui denti sono spesso causate dai collutori alla clorexidina. I collutori alla clorexidina vanno usati non più di due volte al giorno per periodi di due tre settimane, e solo su prescrizione del dentista.

Macchie verdi-azzurre o metalliche

Le macchie verdi-azzurre o metalliche sono, invece, più diffuse tra chi lavora a stretto contatto con i metalli, ad esempio nelle industrie chimiche.

Macchie gialle o marroni

Le macchie gialle sono comuni tra i fumatori e chi è abituato a masticare tabacco o assume caffè, tè, liquirizia e bibite contenenti caffeina o caramello. I denti possono anche ingiallire a causa dell’invecchiamento o dell’insorgenza di processi cariogeni, così come dalla carenza di igiene orale.

Macchie associate ad aspetto frastagliato

L’eccesso di fluoro causa la fluorosi e può causare macchie dentali variabili dal bianco grigio al marroncino e al nero, in base alla gravità dell’intossicazione. Nei bambini d’età inferiore a 8 anni la discolorazione dentale da fluorosi si associa inoltre a denti demineralizzati ed intaccati che sono comuni anche a chi consuma un eccesso di alimenti acidi o a chi soffre di bruxismo, cioè digrigna frequentemente i denti .

Prevenzione e rimedi naturali

Prima di parlare dei possibili rimedi bisogna sottolineare che ognuno ha il proprio colore dei denti. Non tutti possiamo avere lo stesso colore bianco, ma varie sfumature. Dipende dalla propria dentina e da quanto essa traspare dallo smalto.

Come ripetiamo sempre la prevenzione è la migliore cura.

In breve:

  • Limitare il consumo di quelle sostanze che tendono a lasciare macchie sui denti;
  • Scegliere cibi che fanno bene ai denti;
  • Curare l’igiene orale, pulendosi i denti con cura;
  • Andare dal dentista minimo una volta l’anno per un controllo.
Rimedi naturali sì o no?

I due rimedi naturali più conosciuti sono il succo di limone e il bicarbonato di sodio. Bisogna fare sempre attenzione però perché queste due sostanze, pur essendo naturali ed efficaci, possono rovinare, anche in modo significativo, lo smalto dei denti.

Tre rimedi professionali
Sbiancamento

Lo sbiancamento è un trattamento non invasivo che sfrutta un gel atossico sbiancante per dare ai denti un aspetto più bianco e splendente. In genere non fa male, può causare al massimo un leggero fastidio transitorio. Non è indicato, invece, nei bambini e negli adolescenti. Di solito sono necessari 2-10 trattamenti all’anno della durata di 30-90 minuti per sbiancare i denti.

Faccette estetiche

Le faccette estetiche sono degli strati di porcellana o composito che vengono applicati sui denti per migliorarne la forma o il colore.

I vantaggi di questa tecnica:

  • è minimamente invasiva;
  • ha una durata elevata (5-12 anni);
  • assicura un’estetica eccellente, capace spesso di mascherare le colorazioni interne dovute a farmaci assunti da bambino.

Gli svantaggi

  • In alcuni casi si deve preparare la superficie esterna dei tuoi denti.
  • Il costo elevato, giustificato però dai risultati eccellenti che garantisce.
Incapsulamento

L’incapsulamento è il trattamento più impegnativo ed è indicato per trattare le decolorazioni strutturali importanti. In questo caso, infatti, il dentista deve sbucciare parte del dente e applicare su di esso una corona, una sorta di casco che sostituisce l’elemento dentale originale. Quando svolta correttamente e con materiali di qualità, l’incapsulamento dà risultati praticamente perfetti. Tuttavia, se i denti da trattare sono molti, il costo potrebbe essere impegnativo. La durata delle corone può essere molto lunga, fino a 15 anni, ma dipende anche dalla tua cura nello svolgere l’igiene orale, dal naturale invecchiamento delle gengive e da possibili fratture, da traumi o bruxismo, che possono danneggiare gli elementi protesici.

 

 

 

 

 

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Gravidanza e salute orale, prevenzione, i problemi più comuni, consigli e cure

La gravidanza è un periodo molto delicato per la donna e per la sua salute orale.

test gravidanza

Questo delicato periodo comporta infatti cambiamenti fisiologici del corpo, della sfera psicologica e delle risposte ormonali e immunitarie. Come ogni odontoiatra sa molto bene, questi cambiamenti possono influenzare anche lo stato di salute della bocca.

La tendenza a trascurare i problemi del cavo orale durante la gravidanza è molto alta perché la futura mamma ha il timore di danneggiare la salute del nascituro.

Queste preoccupazioni sono giustificate? Sottoporsi alle cure odontoiatriche è pericoloso per il bambino? Facciamo un po’ di chiarezza.

Innanzitutto, se c’è la volontà di programmare una gravidanza, è consigliato recarsi subito dal dentista di fiducia per un controllo e al fine di pianificare in anticipo quegli interventi che possano risolvere eventuali problematiche presenti. Non sempre però è possibile, quindi vediamo quali sono i problemi dentali più comuni per le donne in attesa, come prevenirli e come affrontarli.

Prevenzione

Per avere cura dei denti durante la gestazione  è necessario:

  • programmare controlli periodici presso la clinica dentale. Pianificate delle sedute di igiene professionale presso il vostro studio dentistico. Non appena si viene a conoscenza di essere incinta, è consigliabile infatti fissare un controllo dal dentista per verificare che tutto proceda bene.
  • non trascurare mai l’igiene orale che in gravidanza deve diventare più accurata. Se proprio non avete la possibilità di lavare i denti, perché siete fuori casa, potete assumere delle gomme da masticare senza zucchero che aiutino a rimuovere i residui di cibo. Ma, appena possibile, pulizia con spazzolino e dentifricio!
  • seguire un’alimentazione corretta ricca di frutta e verdura e di tutti quegli alimenti che aiutano a rinforzare i denti, limitando invece i cibi ad elevato contenuto di zuccheri.
  • Per diminuire il rischio di insorgenza di erosioni e carie nelle pazienti in stato di gravidanza che soffrono di nausea e vomito è consigliato alimentarsi frequentemente con piccole quantità di cibo nutriente, risciacquare la bocca dopo gli episodi di vomito con acqua e bicarbonato di sodio
  • Utilizzare spazzolini da denti delicati e dentifrici al fluoro non abrasivi per prevenire danni alle superfici dei denti.
  • Non fumare: è necessario evitare oltre al fumo attivo, anche il fumo passivo per almeno i 9 mesi di attesa. Il fumo riduce la quantità di ossigeno che arriva al feto, danneggiando oltre che la formazione dei denti, anche tutto il resto dell’organismo del bimbo.
  • Assumere fluoro: è noto che il fluoro aiuta i denti a resistere all’azione cariogena dei batteri che vivono nella placca dentale.
i problemi più comuni
  • iperemesi gravidica, cioè vomito e nausea gravidica, possono provocare l’erosione dello smalto dentale.
  • Il problema riconosciuto più strettamente legato alla gravidanza è l’infiammazione delle gengive. La parodontite potrebbe essere un possibile fattore di rischio del parto pretermine: secondo alcuni studi, le elevate concentrazioni di prostaglandine rilasciate in caso di patologie gengivali potrebbero favorire il travaglio;
  • le gengiviti gravidiche, ossia l’aumento delle problematiche gengivali, possono essere determinate soprattutto dall’incremento degli estrogeni in circolo che provocano l’ispessimento delle mucose, incluse quelle orali;
  • il cambiamento della composizione della salivain una donna incinta la saliva diventa più acida più viscosa e più densa, impedendole di svolgere la sua funzione principale di prevenzione della carie, eliminando l’acidità creata dai batteri che vivono nella bocca nutrendosi degli zuccheri depositati sui denti.
Consigli e cure

Come abbiamo già detto,  effettuare controlli ed eventuali terapie odontoiatriche prima di affrontare una gravidanza rappresenta la soluzione migliore.

Tuttavia, qualora non sia stato possibile agire precocemente,  un’urgenza rende assolutamente necessario l’intervento del dentista, anche perché studi scientifici hanno evidenziato:

  • che la presenza di carie dentali e di flora batterica orale cariogena nella madre aumenta il rischio di insorgenza di carie nel nascituro.
  • che in madri affette da malattia parodontale c’è maggiore incidenza di parti prematuri e di nascite di bambini sottopeso.

Quindi andare dal dentista in gravidanza si può, e in tutta sicurezza, con semplici precauzioni.

  • l’anestesia: anche in gravidanza è consentito l’uso di anestetici, preferibilmente quelli senza adrenalina. Non esistono controindicazioni all’uso di anestetici locali poiché i principi comunemente utilizzati sono sicuri in quanto non attraversano la placenta.
  • le radiografie: se possibile vanno evitate nel primo trimestre; successivamente possono essere eseguite usando schermi protettivi e tecniche radiografiche a bassissima esposizione e tenendo sempre ben presente la valutazione del rischio-beneficio e dell’opportunità di tale esame.
  • i farmaci: in caso di somministrazioni di farmaci in gravidanza è sempre necessario il parere del ginecologo.  E’ comunque preferibile evitare la somministrazione nelle prime 12 settimane. Fra gli antibiotici, sono da preferire le penicilline, i macrolidi (per soggetti allergici alle penicilline) e le cefalosporine. Tra gli analgesici, meglio indicato è l’uso del paracetamolo. L’utilizzo dell’aspirina è invece dibattuto fra favorevoli e contrari. E’ sicuramente da sconsigliare durante l’ultimo trimestre di gravidanza, a causa di eventuali rischi di emorragia post-parto.
Il trattamento odontoiatrico è sconsigliato nel primo trimestre e nel terzo trimestre.

Vediamo i motivi:

  • lo stress legato al dolore e alla paura del dentista può aumentare i livelli nel sangue di ossitocina e di prostaglandine che possono stimolare le contrazioni
  • l’adrenalina, vasocostrittore utilizzato in associazione all’anestetico locale odontoiatrico, può aumentare le contrazioni
  • la somministrazione di farmaci (alcuni tipi di antibiotici, anestetici locali, antiinfiammatori e ansiolitici) e l’esecuzione di esami radiografici hanno un effetto teratogeno, mutageno o tossico.
Secondo trimestre.

Nella donna incinta, l’inizio del secondo trimestre – dalla 14a alla 20a settimana di gestazione – è il periodo più sicuro per effettuare le procedure terapeutiche odontoiatriche.

Si possono eseguire cure conservative ed endodontiche e piccole estrazioni in tutta sicurezza nel secondo trimestre, fase in cui la mamma gode di maggior benessere ed il feto è già sviluppato. Entro 20 settimane di gestazione l’utero in gravidanza è posizionato al di sotto dell’ombelico e, pertanto, i trattamenti odontoiatrici possono essere eseguiti con maggiore comodità sulla poltrona rispetto ai periodi successivi. Per riassumere quindi Il primo trimestre di gravidanza è il lasso di tempo in cui si sviluppano gli organi principali del bambino. Se vai dal dentista nel primo trimestre, informalo del fatto che sei incinta e fatti fare solo un check-up e la pulizia di routine. Se possibile, posponi qualsiasi lavoro dentale più serio fino a dopo il primo trimestre.

Come abbiamo visto la cosa fondamentale è non trascurare la salute dei propri denti in gravidanza. Affidati al tuo dentista di fiducia, informalo prontamente del tuo stato, saprà sicuramente come procedere in tutta sicurezza per la salute del tuo sorriso e del tuo bimbo.

In assenza di controindicazioni da parte del ginecologo curante, il quale deve essere preventivamente informato, è possibile e necessario affrontare in sicurezza le cure odontoiatriche durante la gravidanza per tutelare la salute della mamma e del bambino.

 

 

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Lo scovolino, tanto facile da utilizzare quanto efficace. Cos’è e come si usa.

Oltre lo spazzolino e il dentifricio ci sono altri strumenti importantissimi per l’igiene dentale, lo scovolino è uno di questi.

Puoi lavarti i denti con molta attenzione ma gli spazi interdentali risultano difficilmente raggiungibili con uno spazzolino da denti. I residui di cibo o i batteri si accumulano però proprio in queste zone ed è possibile che si formino carie o si infiammino le gengive. Per eliminare resti di cibo e accumuli di placca, uno strumento importante e che tutti dovremmo imparare ad utilizzare bene  è lo scovolino, tanto facile da utilizzare quanto efficace.

Una regolare pulizia interdentale aiuta a rimuovere il cibo e la placca tra i denti e sotto il margine gengivale. Con lo scovolino è possibile rimuovere fino al 20% in più di placca rispetto al solo uso dello spazzolino.

 

Cos’è uno scovolino?

E’ un piccolo spazzolino appositamente progettato per pulire tra i denti, dove un normale spazzolino non arriva.

Gli scovolini devono essere usati in aggiunta al tuo normale spazzolino e sostituiti settimanalmente per motivi di igiene. Gli scovolini sono dotati di un manico che all’estremità superiore termina con una testina. Questa si compone di una sottile anima metallica flessibile, sulla quale sono montate un serie di setole morbide sintetiche, per assicurare una pulizia ottimale delle fessure tra dente e dente, senza traumatizzare le gengive. La forma può sembrare simile a un piccolissimo spazzolino ma lo scovolino interdentale è in realtà un presidio dentistico molto diverso, che per la sua funzione si avvicina di più al filo interdentale, anche se rispetto a esso è molto più pratico e ha un’efficacia più ampia.

Per ottenere il miglior risultato, è importante sceglierlo della giusta dimensione. Spesso, si ha bisogno di più di una misura. Per scegliere la giusta misura dello scovolino è consigliabile farsi aiutare dal proprio dentista o igienista, che osservando la forma della dentatura e la dimensione degli spazi interdentali saprà sicuramente indirizzarti verso la scelta corretta. Uno scovolino scelto superficialmente potrebbe non risultare abbastanza efficiente e potrebbe anche causare dei piccoli fastidi, come sanguinamento e gengive gonfie.

Gli scovolini interdentali sono efficaci anche con l’apparecchio perché consentono di raggiungere anche i punti più difficili per una pulizia perfetta.

5 passi per usare lo scovolino in modo corretto
  •  Scegliere la misura corretta
  • Inserire delicatamente
  • Muovere lo scovolino avanti e indietro in ciascuno spazio
  • Cambiare misura e curvare il collo o il filo quando necessario
  • Cambiare lo scovolino quando le setole sono consumate
Come si usa?

Imparare il corretto utilizzo dello scovolino è semplicissimo. Dopo aver fissato il piccolo spazzolino conico/cilindrico sulla sua testina, è pronto per essere utilizzato.

Gli esperti consigliano di far scorrere lo scovolino tra i denti prima dello spazzolamento: così facendo, viene agevolata l’azione pulente dello spazzolino. Inoltre, passare lo scovolino prima dello spazzolino permette ai principi attivi della pasta dentifricia di raggiungere anche le fessure interdentali.

Lo scovolino va fatto scorrere nella fessura tra dente e dente. Il movimento orizzontale (avanti-indietro) deve essere eseguito con estrema prudenza ed altrettanta delicatezza per evitare di traumatizzare le gengive.

Nell’arcata superiore va sospinto dall’alto verso il basso, mentre in quella inferiore il movimento sarà opposto (dal basso verso l’alto). Il suo spostamento, che deve essere orizzontale, crea un leggero attrito tra le pareti dei denti, in modo da eliminare meccanicamente la placca presente.

Si raccomanda di utilizzarlo almeno una volta al giorno, come il filo interdentale, possibilmente prima di dormire.

Ogni quanto sostituire lo scovolino?

Utilizzato correttamente ed in modo regolare, la durata dello scovolino tradizionale non supera i 10-15 giorni. Ad ogni modo, quando le setole della sua testina iniziano ad aprirsi e perdere elasticità, si consiglia di cambiare lo scovolino

Per conservarli al meglio, dopo ogni pulizia interdentale si consiglia di custodire lo scovolino in un ambiente asciutto ed igienico, previa accurata asciugatura delle sue setole.

 

Al.Dent – Ambulatorio Odontoiatrico                                          DIR.SAN. Dott. Gaetano Gallo
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Dentifricio, quale è il migliore? Sicuramente un dentifricio non vale l’altro. Scopri il più adatto alle tue esigenze.

Quello che prima di tutto bisogna ricordare è che non è il dentifricio che determina una buona igiene orale, ma lo spazzolino e lo spazzolamento.

Il dentifricio in ogni caso, subito dopo lo spazzolino, è uno dei grandi protagonisti della battaglia contro placca, tartaro, patologie parodontali e alitosi.

Sul mercato sono presenti diversi validi prodotti. Ormai quasi tutti contengono floruro di sodio, nella giusta misura perché una quantità eccessive di fluoro può causare seri danni come  la  fluorosi.

A cosa serve il dentifricio?

Il dentifricio svolge tante importanti funzioni: elimina i batteri, purifica la bocca, contrasta l’alitosi, sbianca i denti. In generale si occupa di prevenire vari problemi e patologie che potrebbero insorgere nel cavo orale.

Esistono molte marche di dentifrici in commercio e molto spesso siamo attratti più dalla pubblicità che dalle caratteristiche del prodotto e dai benefici che può portare ai nostri denti. I  fattori che di solito ne determinano la scelta sono sapore e prezzo. Il prezzo però non sempre è un indicatore di qualità e di efficacia.

Quando si sceglie un dentifricio è bene però considerare anche altri fattori: denti macchiati, sanguinamento gengivale, carie, presenza di placca o tartaro, gengive sensibili al freddo o al caldo, alito cattivo. Per fare ciò dovrete conoscere le caratteristiche della vostra dentatura in modo da ridurre la scelta sulle necessità da soddisfare.

In questi casi, prima di acquistare un dentifricio, sarebbe opportuno chiedere il consiglio del dentista il quale, valutata la situazione, orienterà il paziente verso la scelta del dentifricio giusto.

Come abbiamo detto esistono dentifrici per tutti i gusti, in pasta, gel o polvere.

Nonostante le differenze e la grande quantità di proposte, alcuni ingredienti però sono comuni a tutti i prodotti:

  • agenti detergenti che generano la schiuma che si forma quando si spazzola il dentifricio sui denti.
  • agenti abrasivi per rimuovere residui di cibo, batteri e macchie dalla superficie dei denti.
  • aromi per il sapore, sostanze che danno un particolare sapore al dentifricio. Il gusto più diffuso è senza dubbio la menta
  • addensanti che rendono il dentifricio denso e compatto.
  • Umettanti che impediscono al prodotto di seccare e indurirsi.
Tipi di dentifricio
Dentifricio antiplacca

I dentifrici antiplacca contengono sostanze antibatteriche per prevenire l’eccessivo accumulo di placca. Tra queste è presente anche il comune sale da cucina (cloruro di sodio) che stimola la produzione di saliva, lo iodio che ha un’azione antibatterica mirata e altri sali di metalli come lo zinco.

Dentifricio anticarie

Tra gli ingredienti comuni a praticamente tutti i dentifrici, il fluoro è sicuramente quello più conosciuto. Questo minerale ed i relativi sali rimineralizzano lo smalto dei denti e svolgono un’azione antibatterica, prevenendo la carie. Lo possono utilizzare sia adulti sia bambini. Per quest’ultimi, fino all’età di 6 anni è meglio non utilizzare dentifrici che abbiano una concentrazione di fluoro maggiore di 500 ppm (parti per milione).

I gel al fluoro e i dentifrici speciali con un alto contenuto di fluoruro sono particolarmente adatti alla profilassi intensiva della carie e al trattamento dei colletti sensibili. Generalmente questi prodotti vengono utilizzati una alla volta . L’uso di questi prodotti va concordato con il medico dentista o l’igienista dentale.

Dentifricio alla clorexidina

La clorexidina è nota per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche. La sua azione è molto potente e duratura, garantendo una protezione della bocca per circa 12 ore.
È indicato per chi ha gengive molto irritate o affetto da malattie parodontali. E’ consigliato inoltre a chi si sottopone a interventi chirurgici odontoiatrici. Chiedi però consiglio al tuo dentista o igienista dentale prima di utilizzare questo tipo di dentifricio.

Dentifricio antitartaro

Ingrediente caratteristico dei dentifrici antitartaro è rappresentato dai pirofosfati, che hanno la funzione di impedire la precipitazione di sali di calcio.

Dentifricio sbiancante

Generalmente, questi prodotti contengono detergenti e microsfere a bassa abrasività. Rimuovono per contatto e strofinamento le pigmentazioni esterne dei denti, causate da alimenti e bevande, fumo, placca e tartaro.

Dentifricio per denti sensibili

Lo scopo di questi dentifrici è quello di rimineralizzare smalto e dentina, per rendere i denti meno sensibili al caldo, al freddo, ai dolci o agli acidi.

E’ molto difficile quindi, anzi impossibile dire quale sia il miglior dentifricio perché ognuno dei prodotti ha un’azione specifica e risolve determinati problemi.

Quello che possiamo ribadire è che il dentifricio è molto importante per mantenere la propria bocca in salute e combattere i principali problemi del cavo orale.

Fondamentale è rivolgersi al proprio dentista il quale potrà aiutarvi nella scelta del prodotto più adatto a mantenere in salute i vostri denti.

La nostra scelta

Noi di Al.Dent abbiamo selezionato i prodotti Curaprox. I dentifrici non contengono sostanze aggressive, puliscono delicatamente, proteggono dalla carie e assicurano una freschezza duratura.

Una linea di dentifrici è dedicata a chi, oltre alle proprietà benefiche e curative, cerca anche sapori diversi dalla menta. I gusti sono buonissimi e particolari, come ad esempio pesca e albicocca, mora e liquerizia, anguria dolce e altri.

Un’altra linea è invece dedicata a chi soffre di macchie sui denti. Un dentifricio a base di carbone, nero che però sbianca delicatamente. Il carbone attivo infatti assorbe le particelle che provocano sgradevoli macchie.

Generalmente i dentifrici sbiancanti contengono sostanze chimiche candeggianti. O contengono polvere di smeriglio che rischia di danneggiare lo smalto. Invece questo dentifricio è a base di carbone attivo e non raschia via lo smalto. Infatti il carbone attivo assorbe esattamente le sostanze che causano le macchie, specialmente tè, caffè, tabacco e vino rosso.

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Una prevenzione dentale corretta e costante per evitare i problemi dentali.

La bocca è un organo essenziale per il nostro benessere. Gli alimenti che ingeriamo modificano il Ph del nostro cavo orale. I residui di sporco possono contaminare i nostri denti. Una corretta e costante prevenzione dentale è essenziale.

Una cattiva prevenzione dentale può portare a varie complicazioni per i nostri denti.

Con il deposito dei cibi e dei batteri sui denti, possono formarsi depositi di placca. La placca può poi trasformarsi in tartaro e causare carie e gengiviti. Le carie e le gengiviti  sono un problema doloroso per il paziente. Se non curate in  tempo le carie possono portare alla caduta del dente. Altro problema doloroso è la sensibilità dei denti causata soprattutto da dentifrici troppo abrasivi. Ultimo ma non certo per importanza è l’alitosi. Una scarsa igiene orale può causare infatti la proliferazione di batteri nella bocca e un conseguente alito cattivo.

Ecco  3  consigli fondamentali per una corretta prevenzione dentale:

1 Alimentazione corretta.

alimentazione corretta

Un’alimentazione corretta è il primo passo per mantenere la propria bocca in salute. Per una prevenzione dentale efficace, quindi, è consigliabile limitare i dolci che possono provocare depositi di zucchero tra i denti e, quindi, carie. Ci sono poi alcuni alimenti dannosi per il colore dei nostri denti come vino rosso, the, caffè. Alimenti come latticini e formaggi ricchi di calcio li rendono più forti e splendenti e li aiutano a diventare più resistenti e bianchi. Frutta e verdura croccante come carote, insalata, mele li rinfrescano e li tengono puliti.

Pulizia quotidiana.

spazzolino

È importante lavare i denti almeno tre volte al giorno, soprattutto dopo i pasti. Non lavateli subito ma lasciate passare almeno mezz’ora; acidi e zuccheri impiegano infatti circa mezz’ora per entrare in azione e spazzolarli prima significherebbe rovinare lo smalto sano. Altrettanto fondamentale è lavarli nel modo corretto.

E’ importante spazzolare per due minuti, 30 secondi per ogni quadrante. Il movimento deve essere rotatorio, dalle gengive al dente. Per una corretta prevenzione dentale oltre allo spazzolino passa il filo interdentale almeno una volta al giorno. Il filo è l’unico strumento che arriva tra gli interstizi dentali dove si depositano la maggior parte dei batteri. Attenzione anche alle paste dentifrice e ai colluttori che devono contenere fluoro.  Il  fluoro è una sostanza resistente all’attacco acido della placca batterica. E’ importante per prevenire micro-lesioni e rinforzare lo smalto e le pareti dei denti. In mancanza di spazzolino si possono utilizzare chewing gum senza zucchero.  Chewing gum  allo xilitolo aiutano a eliminare i batteri ma non possono comunque essere considerati dei sostitutivi.;

3 Visite di controllo.

strumenti del dentista

Dopo l’ alimentazione e la pulizia quotidiana il terzo passo da compiere per una corretta prevenzione dentale è  fissare dei controlli periodici dal dentista. E’ necessario andare dal dentista almeno una volta ogni sei mesi per una pulizia approfondita. Solo la pulizia orale professionale permette di pulire i denti anche sotto le gengive. Effettuare delle visite di controllo periodiche dal dentista permette di sapere con precisione la situazione della salute della  bocca. E’ necessario programmare sedute di igiene orale professionale per rimuovere in profondità  placca e tartaro. Affidati al tuo dentista per evitare problemi molto gravi  come la parodontite e la piorrea.

Per qualsiasi informazione contatta il nostro studio, telefona o scrivici via mail o via whatsapp

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